Al via il progetto “Percorsi interculturali: costruire dialoghi tra popoli in carcere e nel territorio” realizzato grazie ai Fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese

Le diversità socio-culturali, in carcere come nel territorio, generano difficoltà nella comunicazione non solo in termini linguistici, ma anche e soprattutto relazionali; più specificamente in carcere queste difficoltà, oltre a facilitare l’adesione difensiva all’estremismo religioso o l’affiliazione alla criminalità organizzata, mettono alla prova anche le conoscenze/competenze in ambito interculturale del personale penitenziario.

Questo è appunto il contesto di azione del progetto che la Cooperativa ha presentato nel 2017 a valere sul Bando Ottopermille della Chiesa Valdese (www.ottopermillevaldese.org) e che si avvierà a giorni presso la Casa Circondariale di Prato, impegnando tre psicologi/psicoterapeuti specializzati in psicoterapia individuale e di gruppo secondo l’Approccio Centrato sulla Persona ed esperti nella conduzione di Gruppi di Incontro secondo le modalità disegnate da Carl Rogers. È infatti con la metodologia operativa dei Gruppi di Incontro che il progetto intende sviluppare strumenti di conoscenza, nello specifico del contesto carcerario, delle modalità di convivenza/coesistenza tra etnie diverse, esplorare qualitativamente i bisogni di integrazione e intercultura, e facilitare il dialogo tra detenuti di diversa cultura e religione.

È inoltre prevista una azione di formazione/supervisione degli operatori penitenziari, per favorire il dialogo degli operatori con i detenuti, specie se stranieri, e la costituzione di un tavolo permanente con finalità osservative delle dinamiche interculturali in contesti di libertà personale ristretta, finalizzato a prevenirne le derive verso fenomeni di radicalizzazione religiosa e proselitismo.

IL progetto è sostenuto da un partnerariato formalizzato con IACP – Istituto dell’Approccio centrato sulla Persona (www.iacp.it) e con la Associazione Culturale Studi Umanistici Rogersiani.