Fragilità e non autosufficienza della terza e quarta età  trovano nei nostri servizi- residenziali, diurni, domiciliari – un supporto personalizzato, accoglienza rispetto ai bisogni e alle difficoltà delle famiglie, rispetto e attenzione delle capacità ed identità personali.

Ci prendiamo cura di oltre 1500 persone anziane, con progetti volti a costruire – sia in ambito domestico che nelle RSA e Centri diurni in cui operiamo – contesti accoglienti ed attenti alla qualità della vita, funzionali sia al mantenimento delle autonomie fisiche e cognitive, sia alla tutela del mondo affettivo, relazionale e psicologico delle persone con cui lavoriamo.

Il nostro prendersi cura delle persone anziane non si limita dunque all’assistenza, ma piuttosto si rivolge a tutte quelle aree di vita della persona che incidono sul suo benessere. La nostra filosofia è quella di supportare le diverse limitazioni nelle autonomie valorizzando al contempo dimensioni importanti per la qualità della vita: i legami, l’identità e la storia delle persone che seguiamo, favorendo il raccordo ed il contatto con le proprie memorie significative, i familiari, il territorio e le persone che lo abitano.

Operativamente facciamo riferimento ad un modello gestionale alimentato da spunti derivati dal nostro lavoro quotidiano nelle varie realtà di servizio, dal rispetto delle normative nazionali e regionali, dal confronto con specifiche agenzie di ricerca (come il Laboratorio MeS della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la Fondazione FILE). Un modello che è volto anche alla diffusione e all’applicazione delle Best-Practice condivise e allo sviluppo di nuove conoscenze in merito al benessere degli anziani.

Lo sforzo è rendere partecipi dei processi di cura – attraverso momenti d’incontro, confronto e formazione – tutti i soggetti (istituzioni, familiari, addetti all’assistenza, medici, ecc) che, a vario titolo e con la specificità delle proprie competenze, si occupano della complessità della gestione della non autosufficienza. L’ambizione è infatti quella di costruire una cultura dell’età senile che possa diventare patrimonio di tutti e non solo materia di interesse per i soli professionisti dell’assistenza.

Anziani